lunedì 20 agosto 2012

DIARIO DI VIAGGIO


DIARIO DI VIAGGIO




Il golfo di Patti,subito dopo la cittadina di Milazzo,rappresenta l'occasione unica per chi è in cerca di storia,archeologia e tradizioni allo stesso tempo.
Milazzo e Tindari sono il punto di partenza e di arrivo per tuffarsi nel passato senza trascurare  bellezza e tradizioni.
Tindari, poco prima di Patti,fu fondata  dai siracusani nel 396 a.C.,divenne,dopo la sconfitta di Siracusa una fiorente città romana,subì durante l'invasione della Sicilia,la distruzione da parte degli arabi.
La sua posizione è eccezionale,posta su un promontorio,domina il mare sottostante,mentre lo sguardo spazia lontano all'orizzonte con il meraviglioso spettacolo delle isole Eolie.
Dall'alto della sua terrazza,quasi a picco sul mare, Tindari si gode un panorama che lascia col fiato sospeso,i suoi due laghetti separati da una sottile  striscia di sabbia appaiano come una sfida ad ogni legge naturale.
Il turista in cerca della sua bellezza si ferma dinanzi al teatro greco del III secolo a.C.,meno famoso di quello di Taormina,non però meno bello,e d'estate,quando le tragedie greche ritornano a vivere sulle sue gradinate il passato si annulla e un'atmosfera magica aleggia nell'aria.
Ecco poi ciò che resta della Basilica e delle mura romane che facevano di Tindari una fortezza,ed ecco ancora poco lontano il Santuario della Madonna Nera.
Leggenda,fantasia,storia,fede,superstizione,mondi che si incontrano,che si confondono in una realtà quasi irreale,ma che toccano l'animo di chi ogni anno si reca a Tindari per visitare il Santuario.
La Madonna Nera,una statua fatta di legno di cedro,di foggia bizantina ,seduta con in braccio il Bambino Gesù.
La leggenda vuole che furono alcuni marinai a portare la statua  via dall'oriente dopo che  Leone III  nel 726 aveva ordinato la distruzione di tutte le statue,intorno alla capacità di fare miracoli vi è una leggenda che i visitatori del Santuario amano raccontare.
Una madre si rivolge  alla Madonna Nera  e Le chiede la guarigione della figlioletta gravemente ammalata;la bambina guarisce,la donna e la bambina partono per Tindari  onde ringraziare la Vergine per la grazia ricevuta.
Ma nel vedere la statua nera,la donna rimane delusa ed esclama: sono partita da tanto lontano per vedere una più brutta di me.
Sotto il Santuario il mare si  stende minaccioso.....è un attimo ed alla donna che si affaccia dal lungo balcone sfugge la piccola dalle braccia.
Il piccolo corpicino vola giù verso gli scogli,verso l'acqua che lambisce la spiaggia,piena di terrore la donna ha ancora la forza di gridare: Madonna salvala.
Le acque come per incanto  si ritirano lasciando  un piccolo spazio scoperto,la bimba vi si adagia sopra ed ignara di tutto si mette a giocare.
Ancora oggi desta stupore  quel piccolo arenile asciutto stranamente circondato dal mare.
Ma Tindari non è solo culture e leggenda, è anche testimonianza di di quel gusto raffinato che rende la Sicilia famosa nel mondo per la sua cucina.
Chi passa da quelle parti si ricordi della pasta ncasciata,degli arancini di riso,delle bracioline di pesce spada,o del pesce spada alla ghiotta,dello stoccafisso alla messinese e tra i dolci  la pignolata,la cassata,i cannoli, e se vi aggrada un buon vino non manca.

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