giovedì 11 luglio 2013

INDUISMO



L'induismo non ha un fondatore come tante altre religioni,ma risulta costituito da tante correnti diverse,alla loro formazione concorsero diversi saggi e attraversi i primi testi vedici,risalenti a più di temila anni  or sono,le grande epopee che formano il Mahabharata e gli scritti moderni si traccia  un movimento unico.

mercoledì 10 luglio 2013

IL MAHABHARATA (1)




Il Mahabharata è il grande poema epico dell'Induismo,scritto tra il IV secolo AC ed  
il IV secolo DC.
E' un poema lunghissimo per cui necessariamente  qui sarà fatta una breve sintesi.

LA MALEDIZIONE DEI SERPENTI

Un giorno,il re Pariksht,arrivò alla capanna del saggio Shamika,ed avendo molta sete gli chiese qualcosa per dissetarsi,ma il saggio era in estasi profonda e non poté sentirlo,allora  il re prese un serpente morto e glielo appese al collo.
Dell'accaduto ne venne anche a conoscenza  il figlio di Pariksht, Shring,che,sebbene giovane,possedeva già forti poteri mistici.
Shring,per vendicare il padre,maledisse il re,prevedendo per lui la morte entra sette giorni.
Il re seppe della maledizione,ma essendo saggio,non si adirò,ma accettò la stessa come una giusta punizione.
Avvenne,dunque, che al settimo giorno, re Pariksht fu morso da un serpente e morì.
Al trono succedette Janamejaya,figlio di Pariksht,che desiderando vendicare il padre,ma nulla potendo fare contro il brahmano Shring,decise di sterminare il popolo dei serpenti.
Riunì quindi i più celebri  sacerdoti affidando loro il compito di  invocare con sacrifici la distruzione di tutti i serpenti.
I naga (serpenti) allarmati per l'imminente pericolo e sentendo vicina la loro fine si  rivolsero  al loro re,il saggio Vasuki.
Ma Vasuki così rispose:<<sappiate che già da parecchi millenni noi siamo maledetti e destinati a perire nel fuoco,ma ascoltate la nostra storia.Il nostro progenitore Kashypa sposò Kadru  e Vinita, alle quali fu concesso di avere a scelta o una prole numerosa e debole oppure pochi figli ma potenti, Kadrù fece la prima scelta,Vinita  la seconda.
 Un giorno,mentre passeggiavano lungo il mare videro un magnifico cavallo bianco,ma mentre Kadru sosteneva che la sua coda aveva anche dei peli neri,Vinita asseriva di no,finirono  col fare una scommessa:chi aveva torto sarebbe diventata la schiava dell'altra.
Durante la notte Kadru,presa dal dubbio,chiamò i suoi figli e disse loro della scommessa fatta e per essere sicura di vincerla ordinò di nascondersi nella coda del cavallo,da lontano sarebbero sembrati dei peli neri.
Ma i serpenti non vollero ubbidire,la madre adirata li maledisse prevedendo per loro la completa distruzione>>.
I naga si  misero a tremare,ma il loro re aggiunse:<<una via di salvezza però è possibile,esiste un saggio che può evitare  la distruzione totale dei serpenti,questo saggio si chiama  Jaratkara e sta cercando moglie,io  farò in modo che sposi  mia sorella>>.
E così avvenne,Jaratkara sposò la sorella di Wasuki e generò un figlio di nome Astika,che divenne un brahamana saggio e potente.
Intanto  il grande sacrificio andava avanti,i sacerdoti danzavano ed invocavano i loro mantra,il rogo diveniva sempre più alto,le piaghe coprivano il corpo dei danzatori attorno al fuoco.
Quando il sortilegio divenne abbastanza forte a migliaia i serpenti presero a precipitare nel rogo,ogni loro resistenza era inutile,l'odore della carne che bruciava era orribile.
Fu a questo punto che i serpenti chiesero l'intervento del giovane brahamana  Astika, che accogliendo la richiesta si recò sul luogo del rogo.
La sua fama era grande ed il re Janamejaya  ne aveva sommo rispetto per cui in segno di ospitalità gli promise qualsiasi cosa avesse chiesto.
Le proteste dei sacerdoti furono inutili,il giovane chiese ed ottenne l'interruzione del sacrificio,una parte dei serpenti fu così salva.
Fu a questo punto che uno dei saggi chiese di sapere come   era successo che i figli di Pandu si erano scontrati in una  guerra devastante con i loro cugini,a raccontare il terribile evento fu lo stesso Suta che disse di raccontare così come aveva sentito da  Vaisampayana.

martedì 9 luglio 2013

MAHABHARATA (2)


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Erano passati molti anni da quando Parashurana,l'incarnazione  di Dio,per purificare la terra dai malvagi, aveva fatto perire i suoi guerrieri,così le donne della classe dei Kshatriya pregarono il Signore che almeno facesse rivivere quella classe che in passato si era adoperata per la pace.
La richiesta fu accolta e dai brahamana più potenti i figli che nacquero erano spiritualmente colti ed evoluti.
Intanto nei piani celesti si era accesa una furiosa battaglia tra Deva e Demoni,i Demoni sconfitti si rifugiarono sulla terra e con l'intenzione di dominarla si insinuarono nella classe dei Kshatriya con la nascita di molti bambini malvagi.
Ma il dio Brahama,accortosi dell'accaduto.riunì i Deva  incaricandoli di incarnarsi anche essi tra i Kshatriya e distruggere i malvagi.
Fu così che i Deva terrestri cominciarono a moltiplicarsi divenendo ben presto forti ed invincibili, ed ecco come si arrivò a quella che fu la battaglia finale.
Il re Shantanu,della famiglia dei Kshatriya,ricordava ancora quanto gli aveva raccontato il padre  Pratipa,quando era ancora fanciullo:<<un giorno Patripa,mentre stava meditando seduto,vide uscire dalle acque del Gange una bellissima,ragazza che,dopo essersi avvicinata, si sedette sulla sua coscia destra.Il re le fece notare che non era lecito avvicinarsi ad un uomo in meditazione e che solo figlie e nuore potevano sedere sulla sua coscia destra,per cui lui mai avrebbe potuto sposarla,semmai prenderla come nuora.A quelle parole la ragazza ritornò nel fiume e sparì.>>
Patripa raccomandò al figlio che quando quella ragazza sarebbe tornata lui l'avrebbe dovuta sposare,
Passarono gli anni ed il vecchio re morì,Shantanu salì al trono ed avvenne che mentre passeggiava in riva al Gange vide una bellissima ragazza uscire dall'acqua ed avvicinarsi,il re le fece notare che non era conveniente ad una ragazza sola essere in quel posto,la donna rispose che non aveva fratelli o marito e che non poteva rivelargli il suo nome.
La soavità del suo volto e la dolcezza della sua voce conquistarono il re che le propose di sposarlo,la ragazza acconsentì ad una condizione che mai e poi mai avrebbe chiesto chi fosse e mai e poi mai avrebbe chiesto spiegazioni sul suo modo di comportarsi,il re promise e le nozze furono dopo alcuni giorni celebrati.
Passò qualche anno e la regina partorì un bambino,la felicita di Shantanu era immensa,ma presto si tramutò indolore,senza parlare la regina prese il bambino appena nato e lo gettò nelle acque del fiume Gange.
Il re avrebbe voluto chieder spiegazioni,ma ricordandosi della sua promessa non chiese nulla.
Purtroppo però la cosa era destinata a ripetersi,infatti anche il secondo nascituro venne buttato nel fiume e così il terzo ed il quarto ed il quinto,il sesto ed  il settimo bambino.
Per l'ottava volta la regina ebbe un figlio e per l'ottava volta con folle calma si diresse verso il Gange,ma il re disperato questa volta non seppe trattenersi e con dolore chiese il perché di tanta inumana follia.
Ed ecco la risposta della donna: mi spiace  di averti fatto soffrire,ma quanto io ho fatto era il volere degli dei,io ora sono costretta a lasciarti,ti riporterò però il bambino quando sarà grande.
Ma  Shantanu non si accontentò di una simile risposta ed allora insistette per avere spiegazioni al che la donna rispose di chiamarsi Ganga e di essere la dea del fiume e quindi così continuò:
<<nella tua vita precedente tu eri il re Mahabhisha,saggio e valoroso,per la tua saggezza gli dei ti avevano concesso la possibilità di visitarli nei piani celesti e fu lì che un giorno ci incontrammo,tra noi nacque un amore irrefrenabile,ma l'amore tra una dea  ed un mortale  è cosa peccaminosa per cui il Dio Brahama  ci maledisse e ci condanno a scendere sulla terra come comuni mortali.
Lì ci saremmo sposati,ma dopo un po' ci saremmo di nuovo divisi.
Però prima di scendere sulla terra io fui avvicinata da otto Vasu che erano stati condannati a scendere sulla terra come noi per aver un giorno rubato al saggio  Vasishita una mucca,ma solo sette di essi dopo essersi incarnati sarebbero ritornati in cielo,il ladro materiale del furto sarebbe rimasta sulla terra,quindi essi mi pregarono di essere la loro madre e di gettarli nel gange appena nati onde ritornare presto nelle sfere celesti.Così è stato e così io per volere divino ho dovuto fare>>
Detto ciò  Ganga sparì nelle acque del fiume,per sedici anni il re attese il suo ritorno,al sedicesimo anno la donna si ripresentò con un ragazzo di nome Devavrata e lo consegnò al padre.