martedì 9 luglio 2013

MAHABHARATA (2)


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Erano passati molti anni da quando Parashurana,l'incarnazione  di Dio,per purificare la terra dai malvagi, aveva fatto perire i suoi guerrieri,così le donne della classe dei Kshatriya pregarono il Signore che almeno facesse rivivere quella classe che in passato si era adoperata per la pace.
La richiesta fu accolta e dai brahamana più potenti i figli che nacquero erano spiritualmente colti ed evoluti.
Intanto nei piani celesti si era accesa una furiosa battaglia tra Deva e Demoni,i Demoni sconfitti si rifugiarono sulla terra e con l'intenzione di dominarla si insinuarono nella classe dei Kshatriya con la nascita di molti bambini malvagi.
Ma il dio Brahama,accortosi dell'accaduto.riunì i Deva  incaricandoli di incarnarsi anche essi tra i Kshatriya e distruggere i malvagi.
Fu così che i Deva terrestri cominciarono a moltiplicarsi divenendo ben presto forti ed invincibili, ed ecco come si arrivò a quella che fu la battaglia finale.
Il re Shantanu,della famiglia dei Kshatriya,ricordava ancora quanto gli aveva raccontato il padre  Pratipa,quando era ancora fanciullo:<<un giorno Patripa,mentre stava meditando seduto,vide uscire dalle acque del Gange una bellissima,ragazza che,dopo essersi avvicinata, si sedette sulla sua coscia destra.Il re le fece notare che non era lecito avvicinarsi ad un uomo in meditazione e che solo figlie e nuore potevano sedere sulla sua coscia destra,per cui lui mai avrebbe potuto sposarla,semmai prenderla come nuora.A quelle parole la ragazza ritornò nel fiume e sparì.>>
Patripa raccomandò al figlio che quando quella ragazza sarebbe tornata lui l'avrebbe dovuta sposare,
Passarono gli anni ed il vecchio re morì,Shantanu salì al trono ed avvenne che mentre passeggiava in riva al Gange vide una bellissima ragazza uscire dall'acqua ed avvicinarsi,il re le fece notare che non era conveniente ad una ragazza sola essere in quel posto,la donna rispose che non aveva fratelli o marito e che non poteva rivelargli il suo nome.
La soavità del suo volto e la dolcezza della sua voce conquistarono il re che le propose di sposarlo,la ragazza acconsentì ad una condizione che mai e poi mai avrebbe chiesto chi fosse e mai e poi mai avrebbe chiesto spiegazioni sul suo modo di comportarsi,il re promise e le nozze furono dopo alcuni giorni celebrati.
Passò qualche anno e la regina partorì un bambino,la felicita di Shantanu era immensa,ma presto si tramutò indolore,senza parlare la regina prese il bambino appena nato e lo gettò nelle acque del fiume Gange.
Il re avrebbe voluto chieder spiegazioni,ma ricordandosi della sua promessa non chiese nulla.
Purtroppo però la cosa era destinata a ripetersi,infatti anche il secondo nascituro venne buttato nel fiume e così il terzo ed il quarto ed il quinto,il sesto ed  il settimo bambino.
Per l'ottava volta la regina ebbe un figlio e per l'ottava volta con folle calma si diresse verso il Gange,ma il re disperato questa volta non seppe trattenersi e con dolore chiese il perché di tanta inumana follia.
Ed ecco la risposta della donna: mi spiace  di averti fatto soffrire,ma quanto io ho fatto era il volere degli dei,io ora sono costretta a lasciarti,ti riporterò però il bambino quando sarà grande.
Ma  Shantanu non si accontentò di una simile risposta ed allora insistette per avere spiegazioni al che la donna rispose di chiamarsi Ganga e di essere la dea del fiume e quindi così continuò:
<<nella tua vita precedente tu eri il re Mahabhisha,saggio e valoroso,per la tua saggezza gli dei ti avevano concesso la possibilità di visitarli nei piani celesti e fu lì che un giorno ci incontrammo,tra noi nacque un amore irrefrenabile,ma l'amore tra una dea  ed un mortale  è cosa peccaminosa per cui il Dio Brahama  ci maledisse e ci condanno a scendere sulla terra come comuni mortali.
Lì ci saremmo sposati,ma dopo un po' ci saremmo di nuovo divisi.
Però prima di scendere sulla terra io fui avvicinata da otto Vasu che erano stati condannati a scendere sulla terra come noi per aver un giorno rubato al saggio  Vasishita una mucca,ma solo sette di essi dopo essersi incarnati sarebbero ritornati in cielo,il ladro materiale del furto sarebbe rimasta sulla terra,quindi essi mi pregarono di essere la loro madre e di gettarli nel gange appena nati onde ritornare presto nelle sfere celesti.Così è stato e così io per volere divino ho dovuto fare>>
Detto ciò  Ganga sparì nelle acque del fiume,per sedici anni il re attese il suo ritorno,al sedicesimo anno la donna si ripresentò con un ragazzo di nome Devavrata e lo consegnò al padre.

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