SUD II PARTE
Giuseppe Garibaldi,avendo compreso,quanto importante fosse l'apporto del popolo alla riuscita della sua impresa,introdusse alcuni provvedimenti,tra questi l'abolizione della tassa sul macinato,l'abolizione del dazio su cereali e legumi,spartizione delle terre demaniali ad uso collettivo per l'esercizio del pascolo.
Ma le aspettative del popolo era ben più consistenti,i contadini speravano nella spartizione dei grandi feudi,per cui come un fiume in piena si rivoltarono contro nobili,clero e padroni.
Ecco come Verga descrive quella situazione.
<<Sciorinarono dal campanile un fazzoletto a tre colori,suonarono le campane a stormo,e cominciarono a gridare in piazza:Viva la libertà!Come il mare in tempesta,la folla spumeggiava e ondeggiava davanti al casino dei "galantuomini",davanti al Municipio,agli scalini della chiesa: un mare di berrette bianche;le scuri e le falci che luccicavano.Poi irruppe in una stradicciuola.
-A te prima,barone! che hai fatto nerbare la gente dai tuoi campieri!...
-A te,prete del diavolo! Che ci hai succhiato l'anima!
-A te,ricco epulone,che non puoi scappare nemmeno,tanto sei grasso del sangue del povero!
-A te,sbirro! che hai fatto la giustizia solo per chi non aveva niente!
-A te,guardaboschi! che hai venduto la tua carne e la carne del prossimo per due tarì al giorno!>>
(G. Verga, Libertà, in Novelle rusticane)
Ma una rivolta sociale del genere non poteva non suscitare apprensione nei borghesi democratici,in Garibaldi e nello stesso Cavour, i primi preoccupati per l'unificazione,il secondo ed il terzo per un possibile intervento francese.
Sta di fatto che spesso furono gli stessi garibaldini che soffocarono nel sangue la giusta rivolta del popolo,così come testimonia il massacro di Bronte
BRONTE
Molte speranze si erano accese dopo lo sbarco di Garibaldi in Sicilia,soprattutto nei contadini che vedevano finalmente la possibilità di un riscatto sociale. a Bronte ,un comune sulle pendici dell'Etna, l'odio verso la nobiltà e latifondisti sfociò presto in una rivolta furiosa.
La Casa Comunale,il teatro e parecchie case vennero incendiate,la caccia all'uomo si concluse con 16 morti.
Garibaldi invia Nino Bixio con un battaglione con il compito di sedare la rivolta e ristabilire l'ordine,ma secondo alcuni col meno nobile intento di proteggere gli interessi dei ricchi proprietari inglesi.
L'inchiesta di Bixio inizia quando già i rivoltosi sono andati via e si conclude con un processo di quattro ore e la condanna di 150 persone ,cinque dei quali condannati alla fucilazione,tra questi l'avvocato Lombardo ed un certo Nunzio Fraiunco,povero ammalato di mente.
Una inchiesta successiva dimostrerà l'innocenza dei condannati; il Fraiunco,graziato dai soldati del plotone che non ebbero il coraggio di sparargli,viene trucidato con un colpo in testa dallo stesso Nino Bixio.
<<che paese! Si potrebbero chiamare dei veri porci! Questo insomma è un paese che bisognerebbe distruggere o almeno spopolare e mandarli in Africa a farli civili>>.(Da una lettera di Bixio alla moglie)
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