SUD III PARTE
<<Ma,amico mio,che paesi son mai questi, il Molise e la Terra di Lavoro!Che barbarie! Altro che Italia!Questa è Affrica: i beduini a riscontro di questi caffoni,sono fior di virtù civile>>
(Lettera di L.G. Farini a C. Cavour,ottobre 1860)
<<La loro smania di subito impiantare nelle province napoletane quanto più si poteva delle istituzioni del Piemonte,senza neppur discettare se fossero o no opportune,fece nascere fin dal principio della dominazione piemontese il concetto e la voce "piemontizzare".
Intere famiglie veggonsi accattar l'elemosina;diminuito anzi annullato il commercio;serrati i privati opifici per concorrenze subitanee ,intempestive,impossibili a sostenersi e per lo annullamento delle tariffe e per le mal proporzionate riforme.E frattanto tutto si fa venir dal Piemonte,persino le cassette della posta,la carta per i dicasteri e per le pubbliche amministrazioni.Non vi ha faccenda nella quale un onest'uomo possa buscarsi alcun ducato che non si chiami un piemontese a sbrigarla.A' mercanti di Piemonte dannosi le forniture più lucrose;burocratici di Piemonte occupano quasi tutti i pubblici uffizi. ...Questa è invasione non unione,non annessione! Questa è voler sfruttare la nostra terra siccome terra di conquista>>.
(Discorso al Parlamento del duca di Maddaloni. 6 novembre 1861)
A causa della "piemontizzazione" così scriveva l'abate A.Martino.
<<Calaru di Piemonti allindicati
na razza chi mangiava dhià pulenti
e di Natali e Pasca dui patati;
iestimari orrendi e miscredenti,
e facci tosti e ladri cedulati
superbi,dispezzanti,impertinenti,
sedunu all'ombra e fannu tavulati
cu li suduri che jettamu ardenti;
e di fundi nostri cilonari
nui diventammu ed idhi propetari>>.
(Scesero dal Piemonte allampanati
una razza che mangiava ogni giorno polenta
e a Natale e Pasqua due patate,
bestemmiatori orrendi e miscredenti,
e facce toste e ladri matricolati
superbi,dispregiatori,impertinenti,
siedono all'ombra e fanno tavolata,
col sudore che noi gettiamo accaldati dalla fatica,
dei nostri terreni noi diventammo coloni
e loro proprietari)
(Abate A.Martino,Preghiera del calabrese al Padreterno)
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